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Il rischio vulcanico rientra tra i rischi di origine naturale.
Eruzione dell'Etna del 1669 – G. Platania (Sacrestia della Cattedrale di Catania)
Si parla di rischio vulcanico quando le attività di un vulcano, che insiste in una data area, interagiscono con la presenza dell'uomo in quell'area: esso è il risultato della combinazione dei seguenti fattori:
Espressione per la determinazione del rischio vulcanico
Pertanto, considerata la superiore espressione, si evince che nelle aree in cui è presente un vulcano il rischio correlato non potrà mai essere nullo in quanto ciascuno dei componenti sarà sempre diverso da zero.
Pur tuttavia, per ridurre il rischio vulcanico, non potendo intervenire sulla "pericolosità" dell’evento naturale e sulla "vulnerabilità" dei soggetti e dei beni esposti, si dovrà ridurre il "valore esposto" dei soggetti e dei beni presenti nell'area.
Assume‚ quindi, un ruolo fondamentale nella difesa da tale rischio la prevenzione quale insieme delle attività "… dirette a evitare o ridurre la possibilità che si verifichino danni conseguenti a eventi calamitosi anche sulla base delle conoscenze acquisite per effetto delle attività di previsione". (art. 2, comma 3, decreto legislativo 2 gennaio 2018, n. 1 "Codice della protezione civile").
Tra tutte le attività di prevenzione previste dalle norme, nel caso del rischio vulcanico risultano maggiormente significative:
il sistema di allertamento, volto a prevenire gli eventi vulcanici;
la pianificazione, intesa come scelta e organizzazione del territorio da destinare alle attività antropiche (insediamenti urbani e produttivi, strade, ferrovie, aeroporti);
le informazioni alla popolazione sugli scenari di rischio e, segnatamente, le modalità di fruizione di tutte quelle aree naturali più direttamente interessate agli eventi vulcanici.
Cos'è un vulcano?
Il vulcano è una struttura geologica originatasi dall’accumulo di prodotti lavici provenienti dagli strati più profondi della Terra (mantello).
Il magma, per effetto della pressione dei gas presenti al suo interno, dagli strati più profondi tende a risalire verso la superficie, accumulandosi all'interno di camere magmatiche. Successivamente, sempre per effetto della pressione gassosa, il magma raggiunge la superficie attraverso condotti o fenditure presenti nella crosta terrestre (litosfera), dando origine all'edificio vulcanico.
Sezione verticale della litosfera (immagini tratte da siti web tematici) |
La stratigrafia della Terra (immagini tratte da siti web tematici) |
Dove sono ubicati i vulcani?
I vulcani sono ubicati principalmente lungo le zone di distensione o allontanamento della crosta terrestre, ai margini delle placche tettoniche.
Distribuzione di vulcani attivi (immagini tratte da siti web tematici)
Le placche terrestri (immagini tratte da siti web tematici)
La struttura di un vulcano e le principali manifestazioni
La struttura del vulcano e le manifestazioni (immagine tratta da www.distar.unina.it)
In relazione alla loro struttura i vulcani si possono raggruppare in:
stratovulcano: l'edificio vulcanico è composto dall’alternanza di strati di basalto e prodotti piroclastici sciolti, ed è caratterizzato da pendii piuttosto ripidi (es. Etna, Stromboli);
scudo: l'edificio vulcanico è costituito solitamente da lave fluide il cui profilo richiama la forma di uno scudo, ed è caratterizzato da pendii non molto ripidi (es. vulcani hawaiani);
lineare: l'edificio vulcanico è pressoché inesistente in quanto le eruzioni avvengo lungo una profonda fenditura della crosta terreste (es. vulcani islandesi e sottomarini).
Le principali attività vulcaniche sono di seguito riportate:
attività esplosiva: lancio di prodotti piroclastici (bombe, blocchi, lapilli, ceneri);
attività esplosiva parossitica: fontane di lava;
attività esplosiva freatomagmantica: contatto lava/acqua e lava/neve;
attività effusiva: fuoriuscita di magma dai crateri e dalle fratture eruttive (colate laviche);
colate piroclastiche: ricaduta di materiale caldo a velocità elevate lungo i pendii;
colate di fango (lahars): colate di prodotti piroclastici e acqua lungo i pendii;
incendi;
frane;
terremoti;
maremoti.
I vulcani in Italia e in Sicilia
I vulcani italiani (fonte DPC)
I vulcani siciliani sono:
Etna (Provincia di Catania);
Stromboli (Isole Eolie);
Panarea (Isole Eolie);
Vulcano (Isole Eolie);
Pantelleria (Canale di Sicilia);
Empedocle (vulcano sottomarino).
Esiste inoltre un fenomeno di "vulcanesimo secondario" conosciuto con il nome di "Salinelle" o "Vulcani di fango" presente nei territori di Paternò e Belpasso.
Paternò – Le Salinelle dei Cappuccini (foto tratta da "Corriere Etneo")
Si tratta di risalita di fango attraverso condotti magmatici presenti nelle lave che caratterizzano le aree interessate.
I principali vulcani attivi siciliani sono costantemente monitorati dai Centri di Competenza [Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV)‚ Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Scienze della Terra (UNIFI-DST) - Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell’ambiente del Consiglio Nazionale di Ricerca (CNR IREA)] che, attraverso reti strumentali diffuse, forniscono al Sistema nazionale della Protezione civile i dati scientifici per determinare i correlati livelli di allerta.
Etna – Stazioni di monitoraggio (foto INGV - OE)
Il sistema di allertamento dei vulcani siciliani
Il Dipartimento della Protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri (DPC), in collaborazione con il Dipartimento regionale della Protezione civile (DRPC Sicilia) e con il supporto dei Centri di Competenza [Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV), Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Scienze della Terra (UNIFI-DST) - Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell'ambiente del Consiglio Nazionale di Ricerca (CNR IREA)], organi preposti alla sorveglianza e al monitoraggio, ha rimodulato, a partire dall'1 febbraio 2016, il sistema di allertamento per il rischio connesso con le attività vulcaniche dell'Etna e dello Stromboli.
Il DPC, con il nuovo assetto del sistema di allertamento, ha inteso perseguire l'obiettivo di inquadrare meglio i profili di responsabilità e le competenze dei differenti livelli istituzionali e territoriali, sia rispetto alla valutazione della pericolosità e dei rischi, sia rispetto all'attivazione della risposta operativa nel caso in cui si verifichino scenari di impatto locale o nazionale (nota 2 febbraio 2016, protocollo SIV/0005496).
Il sistema si basa su specifici livelli di allerta che, definiti sulla base delle informazioni fornite dai sistemi di monitoraggio dei Centri di Competenza, rappresentano lo stato complessivo dell'attività vulcanica e contemplano azioni diversificate per la valutazione dei rischi nella responsabilità del DPC per eventi di rilevanza nazionale e del DRPC Sicilia per eventi di impatto locale.
Il DPC, cui compete il sistema di allertamento nazionale, in relazione alle comunicazioni dei Centri di Competenza e agli esiti delle videoconferenze periodiche con i suddetti Centri di Competenza e con il DRPC Sicilia, valuta lo stato generale di equilibrio del vulcano e comunica alla Regione Siciliana, alle Prefetture - UTG, ai Centri di Competenza, al Parco dell’Etna e alla Commissione Grandi Rischi, il correlato livello di allerta identificato visivamente dai colori verde, giallo, arancione e rosso.
(inserire link per allerta nazionale Etna e link per allerta nazionale Stromboli)
Il DRPC Sicilia, cui compete il sistema di allertamento regionale, in relazione alle comunicazioni dei Centri di Competenza e agli esiti di videoconferenze periodiche con i suddetti Centri di Competenza e con il DPC, valuta l'impatto locale di un determinato evento vulcanico e comunica, tramite gli Avvisi regionali di protezione civile per eventi vulcanici di impatto locale, ai componenti regionali del Sistema di Protezione civile (Prefetture - UTG, Comuni, Servizi vari della Regione Siciliana, INGV, UNIF-DST, CFRS, Città Metropolitane e Liberi Consorzi di Comuni, ANAS, Aeroporto di Catania, VVF, Forze dell'Ordine) e al DPC la correlata fase operativa caratterizzata dai livelli base, attenzione, preallarme e allarme.
(inserire link per avviso regionale Etna e link per avviso regionale Stromboli)
Raccomandazioni per la fruizione della zona sommitale del vulcano Etna
Con zona sommitale si intende la parte del vulcano Etna otre i 2.500 m s.l.m. e fino alla quota dei crateri sommitali (area craterica sommitale).
Entro la zona sommitale è inoltre ricompresa la zona gialla ove maggiore è il rischio vulcanico.
area craterica sommitale: area comprendente il Cratere Centrale con i crateri Voragine=VOR e Bocca Nuova=BN (con all'interno BN-1 e BN-2), il Cratere di Nord-Est=NEC, il Cratere di Sud-Est=SEC e il Nuovo Cratere di Sud-Est=NSEC.
zona sommitale: area del vulcano al di sopra della quota altimetrica pari a 2.500 m s.l.m.
zona gialla: area al di sopra della pista di servizio (collegamento nord-sud) incluse l'area craterica sommitale, l'area nei pressi di Torre del Filosofo (2.920 m s.l.m.), l'area nei pressi dell'Osservatorio vulcanologico di Pizzi Deneri (2.850 m s.l.m.) e la porzione di area sottostante il Cratere di Sud-Est con acclività elevata che si estende fino ai Monti Centenari all'interno della Valle del Bove. Per tale zona, oggetto di attività turistico - escursionistica, si considera maggiore il rischio correlato all'attività dei crateri sommitali, anche quando il vulcano è "in stato di equilibrio" (livello di allerta VERDE) e la fase operativa locale dichiarata è BASE.
FASE OPERATIVA LOCALE |
MODALITÀ DI FRUIZIONE DELLA ZONA SOMMITALE |
BASE |
Si raccomanda la fruizione della zona sommitale con l´accompagnamento di personale abilitato ai sensi di legge. |
ATTENZIONE |
Si prevede la regolamentazione da parte dei Sindaci della zona sommitale di competenza secondo i contenuti delle ordinanze sindacali emesse. |
PREALLARME |
Si prevede l´interdizione da parte dei Sindaci della zona sommitale di competenza secondo i contenuti delle ordinanze sindacali emesse. |
ALLARME |
Si prevede l´interdizione da parte dei Sindaci della zona sommitale di competenza secondo i contenuti delle ordinanze sindacali emesse. |
La presenza nella zona gialla e, in particolare, nell'area craterica sommitale di un rischio vulcanico mai nullo, anche in presenza di livello di allerta VERDE e fase operativa locale BASE, richiede conoscenze che potrebbero non essere note alla maggior parte dei turisti e degli escursionisti che frequentano tali aree del vulcano. Pertanto, il DRPC Sicilia raccomanda che le escursioni all'interno della zona gialla e dell'area craterica sommitale siano sempre assistite da personale specializzato e munito delle abilitazioni previste per legge (di seguito denominato per brevità "guida").
A tutti coloro che intendono accedere alla zona sommitale del vulcano si raccomanda di:
acquisire preventivamente informazioni sullo stato del vulcano (livello di allerta e fase operativa locale in atto), sulle condizioni meteorologiche, sui potenziali pericoli correlati al vulcano, sui percorsi consentiti e sugli eventuali divieti;
dotarsi di abbigliamento e attrezzature adeguati alle alte quote (scarponi, giacca a vento, berretto, viveri, acqua, cellulare, torcia elettrica, …) considerato che possono verificarsi repentine e imprevedibili variazioni delle condizioni meteorologiche;
astenersi dall'escursione in caso di imperfette condizioni psico-fisiche o in caso di patologie di natura cardiaca e/o respiratoria.
A tutti coloro che intendono effettuare "escursioni libere"‚ ove consentite nel rispetto delle ordinanze sindacali vigenti‚ si raccomanda di:
rispettare il vigente regolamento del Parco dell'Etna;
astenersi dall'accedere alla "zona gialla" senza l'accompagnamento della guida;
verificare l'abbigliamento, le attrezzature e lo stato di salute;
recarsi presso un vicino presidio delle Forze dell'Ordine e comunicare i propri dati e il percorso stabilito per l'escursione;
rispettare gli orari consentiti per le escursioni, secondo quanto previsto dal regolamento del Parco dell'Etna;
affrontare l'escursione in maniera consapevole e responsabile, mantenendosi entro i percorsi consentiti e rispettando la segnaletica di pericolo e/o divieto eventualmente presente sui luoghi.
A tutti coloro che, singolarmente o in gruppo, intendono effettuare "escursioni guidate"‚ ove consentite nel rispetto delle ordinanze sindacali vigenti, si raccomanda di:
rispettare il vigente regolamento del Parco dell'Etna;
essere sempre accompagnati da guide, rispettandone scrupolosamente le indicazioni.
Alla guida, prima dell'inizio dell'escursione, si raccomanda di:
acquisire apposita liberatoria da parte del singolo escursionista che attesti le buone condizioni psico-fisiche, l'assenza di malattie cardiache e/o respiratorie, la consapevolezza dei pericoli, le difficoltà e i rischi che l'escursione comporta;
verificare l'idoneità dell'abbigliamento e dell'attrezzatura di ogni singolo escursionista;
rifiutarsi di accompagnare quei soggetti che, sulla scorta delle condizioni psico-fisiche e mediche dichiarate nonché dell'abbigliamento inadeguato, risultassero non idonei all'escursione programmata.
Durante l'escursione, si raccomanda inoltre di:
essere sempre in collegamento radio con almeno uno dei soggetti destinatari dell'Avviso regionale di protezione civile per eventi vulcanici di impatto locale, che sia effettivamente disponibile, in grado di assicurare il collegamento e con il quale abbia preventivamente formalizzato apposito accordo finalizzato ad assicurare il collegamento durante tutta l'escursione;
vigilare sul comportamento consono e rispettoso delle norme e dei regolamenti vigenti da parte di ogni escursionista del gruppo;
accompagnare gruppi non superiori a 20 unità e di permanere nell'area craterica sommitale il tempo strettamente necessario per la visita, evitando la compresenza di più gruppi considerata la ristrettezza e la pericolosità dei luoghi;
interrompere in qualsiasi momento l'escursione qualora dovesse ricevere una comunicazione di variazione della fase operativa locale o se le condizioni meteorologiche e vulcaniche dovessero costituire pericolo per gli escursionisti, dandone immediata comunicazione radio al punto di contatto.
disporre sempre di materiali e attrezzature di primo soccorso, assicurando, in caso di necessità, il proprio intervento anche agli escursionisti liberi e non appartenenti al gruppo.