Rischio Sismico, oggi a Nicolosi la prima riunione operativa del Centro MS sulla Microzonazione Sismica

Saranno Ventitré comuni interessati dallo studio di Microzonazione Sismica

06/05/2022 11:16:38


Rischio Sismico, oggi a Nicolosi la prima riunione operativa del Centro MS sulla Microzonazione Sismica

CATANIA – Oggi 6 maggio 2022, presso la sede di Nicolosi del Dipartimento Regionale della Protezione Civile, Servizio Rischio Sismico e Vulcanico, si terrà la prima riunione operativa d’inizio progetto di tutti i Soggetti tecnico - scientifici coinvolti nell’ambito dell’accordo di collaborazione sottoscritto dal DRPC Sicilia e dal C.N.R. – Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria, Ente coordinatore delle attività del Centro per la Microzonazione Sismica e le sue applicazioni - CentroMS. L’accordo è stato sottoscritto nell’ambito delle azioni previste dal Piano Regionale di Microzonazione Sismica.

Ventitré comuni interessati dallo studio in questione, tutti ricadenti nel territorio etneo. Il prodotto finale che si intende ottenere è uno studio di microzonazione sismica di terzo livello. CI spiega gli aspetti tecnici il dott. Antonio Torrisi, Funzionario Geologo del DRPC Sicilia, referente del progetto.

«Il tema si inquadra all´interno del Piano Regionale di Microzonazione Sismica, apprezzato già dalla Giunta Regionale Siciliana, è stato avviato in gran parte dei territori comunali della Sicilia. Tra le attività prevede studi di approfondimento geologico - tecnici in quelle aree del territorio etneo che, per la loro natura, presentano tutta una serie di aspetti complessi dal punto di vista geologico, geotecnico e sismologico del territorio, al punto che richiedono indagini e conoscenze di un certo livello.

Parliamo di un territorio che, come sappiamo, storicamente è sempre stato interessato da fenomeni eruttivi e sismici, ricompreso nell’ambito di un vulcano attivo. All´interno del Piano, dicevo, sono previsti questi approfondimenti geologici - tecnici di dettaglio, soprattutto nelle aree interessate da instabilità geologiche come le faglie attive e capaci (FAC).

È per questa ragione che ventitré di questi comuni sono stati individuati per inquadrarli all´interno delle attività di un accordo di collaborazione che il Dipartimento Regionale della Protezione Civile ha sottoscritto con il Consiglio Nazionale delle Ricerca e, in particolare, l´Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria, capofila del Centro per la Microzonazione Sismica e le sue applicazioni - CentroMS.

Il CentroMS, infatti, possiede tutte le competenze tecnico - scientifiche richieste per le finalità del progetto, in quanto coinvolge i principali gruppi di ricerca nazionali storicamente impegnati in studi geologici - geofisici propedeutici e di riferimento per la microzonazione sismica, appartenenti a diversi Enti e Università.

Non ultima, in particolare, da menzionare è l´azione di studio condotta recentemente dal CentroMS in Centro Italia, a seguito degli eventi sismici che si sono verificati coinvolgendo diverse Regioni.

Noi come dipartimento - continua il dott. Torrisi - abbiamo il piacere di lavorare a fianco di queste autorevoli figure, che hanno un´esperienza oramai enorme nel campo della geologia, della sismologia, della geotecnica e anche delle indagini geofisiche che servono a corredo di questi studi per una più accurata e attenta lettura del modello geologico del sottosuolo, alla base degli studi di microzonazione sismica del territorio etneo.

In questi ventitré comuni come prodotto finale avremo la microzonazione sismica di terzo livello, vale a dire il più approfondito. Saranno inoltre condotti studi di dettaglio delle faglie attive e capaci che insistono in questo territorio. Tali faglie sono definite “capaci” perché producono una frattura / dislocazione del terreno, dando origine a deformazioni permanenti al suolo che spesso si traducono in veri e propri fenomeni di fratturazione, con un importante impatto sull’edificato, sulla viabilità, ecc.

Basta vedere la storia sismica degli ultimi vent´anni, a partire dal terremoto di Santa Venerina del 2002 fino a quello di Fiandaca del 2018, per comprendere come nell´areale etneo un terremoto di modesta energia, poco profondo, sia in grado, nell´area epicentrale, di creare danni assimilabili a quelli di un terremoto più importante, più forte. Questo dato è legato a tutta una serie di fattori e, in particolare, alla natura geologica dei terreni nei quali si propagano le onde sismiche che causano queste fenomenologie.

É questa una delle ragioni, se non la più importante, per cui il Dipartimento regionale di Protezione civile, fortemente impegnato da anni in un´azione di prevenzione e di pianificazione del rischio sismico, collabora con le migliori e autorevoli risorse scientifiche presenti sul territorio nazionale, allo scopo di risalire ad un quadro conoscitivo sempre più chiaro e approfondito della pericolosità sismica locale dell’areale etneo. Questa azione è importante In chiave di prevenzione sismica e di pianificazione di protezione civile.

Il DRPC Sicilia ha già completato gli studi di microzonazione sismica di livello uno, in fase di approvazione presso il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile. Lo studio che si sta avviando avrà lo scopo di approfondire tali studi fino al terzo livello, cercando di mettere a nudo le dinamiche con le quali le faglie attive e capaci interferiscono sul territorio.

Le attività, iniziate all´inizio del 2022, avranno una durata di due anni e saranno sviluppate in due distinte fasi. La prima fase, che è quella praticamente già avviata, è finalizzata alla realizzazione di un protocollo di indagini geologiche e geofisiche, da applicare ai fini della perimetrazione delle faglie attive e capaci. Il protocollo, al termine della fase 1, dovrà fornire i criteri di studio, il programma tipo delle indagini e le modalità di costruzione e dimensionamento delle zone FAC in ambiente vulcanico attivo.

La seconda fase, invece, consisterà nell’applicazione del protocollo negli studi di MS3 dei ventitré comuni etnei oggetto dell’accordo.».